lunedì 20 ottobre 2008

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26 OTTOBRE 2008
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SETTENARIO PER LE ANIME DEL PURGATORIO

giovedì 2 ottobre 2008

Pizzo ricorda le vittime del mare - Presente alla solenne cerimonia anche il vescovo monsignor Luigi Renzo

La commemorazione di quanti sono tragicamente caduti per la difesa di quei nobili valori che rendono elevato il senso della vita, lancia un messaggio di pace, di solidarietà e di speranza.
Una comunità che si propone e che vuole crescere nel focolare dei valori morali, non dovrà mai dimenticare l’opera e il coraggio di coloro che non sono più tra noi. Per una comunità che intende proporre sane e robuste occasioni di educazione verso i giovani, è importante non perdere il ricordo delle tragedie umane che si sono abbattute su intere famiglie, rivolgere un caro pensiero e un sincero omaggio a quanti hanno funestamente perso la vita dal profondo della propria devozione verso la patria, il dovere, il lavoro, nonché serbare memoria di tutte le persone la cui morte testimonia il loro alto spirito di sacrificio e che, per tale ragione, esse devono restare sempre vive nel cuore della comunità come spunto di riflessione sul vero valore della vita.
La commemorazione serve per non dimenticare il passato, quei luoghi della memoria che rappresentano i forzieri autentici da cui attingere valori da tramandare alle generazioni. E’ con questi sentimenti che la città di Pizzo riserva ogni anno un momento solenne per commemorare le vittime del mare. Domenica scorsa, sono stati in tanti ad essersi radunati sul lungomare della Marina per partecipare alle celebrazioni in onore dei caduti in mare, svoltesi in concomitanza ai festeggiamenti religiosi per la ricorrenza della festività della Beata Vergine Addolorata, organizzati dalla parrocchia e dalla confraternita della chiesa della Marina di Pizzo. La cerimonia iniziale dell’alzabandiera, a cura dell’Anmi, la messa solenne all’aperto officiata dal vescovo Luigi Renzo, la processione che ha accompagnato l’effigie della Mamma Celeste lungo tutto il borgo marinaro fino in chiesa, al suono delle melodie intonate dalla banda musicale comunale, la benedizione della corona d’alloro per ricordare le vittime del mare e la successiva deposizione al largo delle acque attigue al molo “Pizzapundi”, con la suggestiva cornice del corteo di imbarcazioni civili e militari (inusuale è stata anche la presenza di un’imbarcazione con passeggeri diversamente abili), sono stati i principali momenti vissuti nel corso della mattinata e che si sono susseguiti secondo un rigido e consueto rituale. Toccanti parole, quelle espresse da mons. Luigi Renzo nel corso dell’omelia, con le quali ha invitato a vivere la commemorazione come un’umile conversione ed ha spiegato come attraverso la sofferenza si debba comprendere
il valore della vita. Un valore spesso non compreso, se non poi davanti alle tragedie. Come quella abbattutasi qualche ora dopo, ironia della sorte, proprio nel mare di Pizzo e che ha stroncato l’esistenza di un intrepido giovane, lasciando nel dolore un’intera comunità. E così, quella commemorazione che era stata dedicata ai caduti di Capo Mataplan (1941), al brigadiere dei carabinieri Gaetano Miscia (1981), ai martiri della Moby Prince (1991) Rocco Averta, Antonio Avorio, Francesco Esposito, Giulio Timpano, ai deceduti nel naufragio della Sibilla (1999), ai finanzieri Daniele Zoccola e Salvatore De Rosa (2000), ai marinai del sommergibile Kurst (2000), agli agenti di polizia di stato Maurizio Formisano, Fabrizio Di Giambattista e Valerio Valentini (2005), dalla prossima edizione ricorderà pure lo sfortunato Giorgio Stingi.
Giuseppe Cultrera - Calabria Ora ed. mercoledì 1 Ottobre 2008